Home » Scritti da poco » Metà della ricchezza del mondo nelle mani dell’uno per cento della popolazione

Metà della ricchezza del mondo nelle mani dell’uno per cento della popolazione

Metà della ricchezza del mondo nelle mani dell’uno per cento della popolazione - Pierluigi Natalia

 

La voce del Papa

 

e quella dei soldi

 

14 ottobre 2015

 

Un nuovo intervento di Papa Francesco sull'etica dell'economia è giunto proprio nel giorno in cui parte della stampa internazionale riferisce – quasi fosse una curiosità statica e non una progressiva tragedia – che metà del denaro del mondo è nelle mani dell’uno per cento della popolazione. All'udienza generale di oggi, il Papa ha lanciato un appello in vista della Giornata mondiale del rifiuto della miseria che ricorre sabato 17 (il Giorno prima si celebra quella dell'Alimentazione). La Giornata, ha ricordato Bergoglio «si propone di accrescere gli sforzi per eliminare l’estrema povertà e la discriminazione». Di conseguenza «siamo tutti invitati a fare nostra questa intenzione». Un duplice no a povertà ed esclusione, sempre oggi, con la rinnovata richiesta che a tutti siano garantiti i beni materiali e spirituali indispensabili, il Papa lo ha ribadito in un messaggio inviato al sindaco di Torino, Piero Fassino, in occasione del terzo forum mondiale di sviluppo locale, in corso nel capoluogo piemontese. In merito, ha insistito «sulle potenzialità dello sviluppo economico locale, quale motore di una visione differente dell’economia, dello sviluppo umano, del rapporto con la terra e tra le persone»,

A contrastare questa impostazione di equità e di rispetto dell'uomo e dell'ambiente è soprattutto lo strapotere della finanza, che in questo 2015 ha fatto registrare un ulteriore traguardo a spese dell'economia reale, cioè di fatto del lavoro, fonte principale di quei «beni materiali e spirituali» dei quali parla Bergoglio. In pratica «il pane e le rose» auspicati per i suoi figli da quella Rosa Luxenburg mandata sulla sedia elettrica negli Stati Uniti a motivo del suo presunto comunismo. Del resto sono in molti a considerare comunista anche il Papa e troveranno ulteriore alimento alle loro farneticazioni in quanto scrive in questa occasione, cioè che «lo sviluppo umano integrale e il pieno esercizio della dignità umana vanno costruiti e realizzati da ciascuno, da ciascuna famiglia, in comunione con gli altri esseri umani e in una giusta relazione con gli ambiti nei quali si sviluppa la socialità umana» e che questa è «la risposta più adeguata alle sfide che ci presenta un’economia globalizzata e spesso crudele nei suoi risultati».

Il traguardo raggiunto dalla finanza predatoria è quello riportato dalle statistiche dell’istituto elvetico Credit Suisse, definite tra le più attendibili dal quotidiano spagnolo «El País», che riferisce oggi la notizia. Nel 2015 si è arrivati a una distribuzione della ricchezza per cui quanti posseggono un patrimonio valutato a oltre 760.000 dollari, cioè appunto l’uno per cento dell’umanità, hanno tanto denaro quanto il restante 99 per cento. Questo progressivo passaggio di ricchezza dal lavoro al capitale, dall'economia reale appunto alla finanza, ha avuto un’accentuata accelerazione con la crisi finanziaria ed economica globale incominciata nel 2008,. Secondo il quotidiano spagnolo, il fenomeno si presta a una sola lettura possibile: i ricchi usciranno dalla crisi più ricchi, in termini sia assoluti sia relativi, mentre i poveri relativamente più poveri. Chi scrive queste più modeste considerazioni, si trova d'accordo.