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La conferenza dei donatori a Oslo

La conferenza dei donatori a Oslo - Pierluigi Natalia

 

Tragica infanzia

  

in Sud Sudan

  

19 maggio 2014

Mentre si segnalano problemi nell'applicazione dell'accordo di pace raggiunto ad Addis Abeba tra i protagonisti del conflitto sudsudanese esploso a metà dicembre, un drammatico promemoria su cosa si è perduto con la guerra e cosa si deve riconquistare con la pace è venuto dall'Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia. Alla vigilia della Conferenza dei donatori per il Sud Sudan, organizzata oggi a Oslo dall'Ocha, l'ufficio dell'Onu per il coordinamento degli interventi umanitari, l'Unicef ha infatti rinnovato l'allarme per centinaia di migliaia di bambini nel tre Stati sudsudanesi, Jonglei, Alto Nilo e Unity, più colpiti dal conflitto.

 

 Secondo l'Unicef, ben cinquantamila bambini sotto i cinque anni di età potrebbero morire di malnutrizione nei prossimi mesi e oltre 740.000 sono comunque ad alto rischio di insicurezza alimentare, costretti in molti casi a cibarsi esclusivamente di erbe e bulbi trovati nelle foreste del Paese dove hanno cercato scampo dai combattimenti.

 

 Alla minaccia della fame si unisce quella delle epidemie, compreso il colera del quale sono già segnalati diversi casi, in maggioranza proprio di bambini. Nonostante che ottantamila persone siano state pienamente vaccinate, lo stesso ministero della Salute ha confermato che l’epidemia ha colpito anche la capitale Juba, dove il numero di casi di colera raddoppia ogni giorno in una progressione spaventosa.

 

A questo si aggiunge che più di novantamila minori sono stati stati reclutati sia nelle forze armate sia nelle milizie ribelli e che scuole e ospedali sono stati attaccati e distrutti o utilizzate come basi dalle parti in conflitto. Intanto, donne e le ragazze subiscono sempre più spesso aggressioni sessuali.

 

Secondo le stime dell'Onu, entro la fine dell'anno metà dei dodici milioni di abitanti del Sud Sudan saranno in fuga, colpiti dalla fame o addirittura morti. deceduti. Sei milioni almeno sono bambini, che inseme alle donne formano anche la maggioranza dei rifugiati all'estero. «In questo momento i bambini del Sud Sudan hanno bisogno di assistenza umanitaria; hanno bisogno che i loro leader proteggano le loro vite, i loro diritti ed il loro futuro e hanno bisogno che il mondo li ascolti e porti avanti azioni in loro favore», ha dichiarato il vicedirettore generale dell’Unicef, Yoka Brandt.

 

I dati sul Sud Sudab vanno ad aggravare quelli già drammatici contenuti nell'edizione 2014 del dossier Every Child Counts: Revealing Disparities, Advancing Children’s Rights, che l'Unicef pubblica annualmente. Nel rapporto, diffuso a febbraio, l'Unicef ricordava che nel 2012 sono morti nel mondo oltre sei milioni di bambini sotto i cinque anni — circa 18.000 al giorno — la maggior parte dei quali per cause prevedibili. Una ricerca condotta per conto dell’Unicef e pubblicata proprio ieri della rivista scientifica «Rhe Lancet», documenta xche i tre milioni di neonati nel mondo che muoiono nel primo mese di vita potrebbero essere salvati se ricevessero cure adeguate al momento della nascita. «Ci sono stati enormi progressi nel salvare la vita ai minori sotto i cinque anni, ma il problema rimane per i più piccoli», ha spiegato Mickey Chopra, responsabile dei programmi Unicef per la salute globale, presentando a New York la ricerca. Per combattere il problema, l’Unicef e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lanceranno il mese prossimo il progetto 'Every Newborn Action Plan', che mira a porre fine ai decessi prevedibili di madri e neonati entro il 2035.

 

Né quelle della fame e della malattia sono le uniche tragedie dell'infanzia, dove si contano la gran parte delle vittime di guerre, sottosviluppo, discriminazioni, ingiustizie sociali. Nel mondo, per esempio, il quindici per cento dei minori sono obbligati a lavorare, e l’undici per cento delle bambine sono date forzatamente in sposa prima di compiere quindici anni, per non parlare della piaga dei bambini soldato Questo è il quadro nell'anno in cui si celebra il 25° anniversario dell'approvazione all'Onu, il 20 novembre 1989, della Convezione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.