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Non solo libertà (5)

Non solo libertà (5) - Pierluigi Natalia
Il mare e soprattutto gli uomini che vi lavorano
In questa sezione, gli articoli di Pierluigi Natalia
dal Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare
nel 2007 in Polonia
Tra i pescatori
con premura pastorale
e carità attiva



Tra i pescatori,
con premura pastorale e carità attiva 

PIERLUIGI NATALIA
nostro inviato
GDYNIA (Polonia), 28.
Duecento milioni di persone dipendono per vivere dalla pesca. Quaranta milioni di pescatori e le loro famiglie, in massima parte di Paesi nel Sud  del mondo e, comunque, quasi sempre da annoverare tra la parte più misera  dell'umanità, affidano alla pesca, in mare, nei laghi e nei fiumi, una sopravvivenza spesso stentata. La presenza  tra i pescatori e tra le loro famiglie costituisce una parte rilevante dell'impegno di servizio, della globale premura pastorale  dell'Apostolato del Mare (Am), che sta tenendo a Gdynia, in Polonia, il suo XXII Congresso mondiale,  organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i  Migranti  e gli Itineranti.
Sui pescatori e sulle loro famiglie, sui loro bisogni, sulle loro speranze, sui lori diritti, si è concentrata la sessione congressuale di questa mattina, articolata su relazioni di padre Bruno Ciceri, Coordinatore regionale dell'Am per il Sud-Est asiatico e per l'Estremo Oriente, e della signora Cristina De Castro, dell'Am Spagna. Quest'ultima, nel suo intevento su "La sostenibilità delle comunità di pescatori" ha posto l'attenzione soprattutto sulle condizioni familiari che in questo settore si verificano nei Paesi industrializzati, parlando delle difficoltà delle mogli e dei figli dei pescatori e ponendo l'urgenza di un più specifico servizio ecclesiale nei confronti di queste persone che si avvalga della peculiare pastorale propria dell'Apostolato del Mare.
Da parte sua, padre Ciceri si è concentrato sul quadro giuridico internazionale e sui problemi dell'industria ittica nelle economie emergenti, sottolineando,  anche in questo campo,  che quella dell'Am è una posizione pastorale (" Non non siamo interessati alla pesca, se non perché a noi importano i pescatori", ha detto). Il relatore ha altresì illustrato il lavoro del "Comitato della pesca dell'Am internazionale" , che il Pontificio Consiglio ha voluto composto specialmente dai Cordinatori regionali, di tutti i continenti e gli oceani, proprio per garantirne,  pur nella sua  specificità, l’irrinunciabile collocazione nel globale impegno di apostolato tra la gente del mare.  Padre Ciceri ha anche auspicato - oltre ad un apposito incontro mondiale sulla pesca, adeguatamente preparato a livello  regionale - che si realizzi un “Centro internazionale per i diritti dei pescatori”, per la cui sede si pensa all’Asia, probabilmente a Manila,  anche se il farlo ovviamente non può essere compito diretto del Pontificio Consiglio.
Nel dibattito di oggi, sono altresì state trattate le questioni propriamente ambientali legate al settore della pesca ed è stato sottolineato  come le nuove tecnologie e la pesca di frodo e intensiva stiano rapidamente impoverendo il patrimonio ittico mondiale. L'urgenza della protezione ambientale diventa anche  una priorità pastorale, dato che le quote di pescato e i  regolamenti, più o meno rispettati, imposti dalle leggi nazionali e internazionali più che le  grande industrie ittiche finiscono per colpire   duramente soprattutto le comunità di pescatori che lottano per sopravvivere.
Anche per questo, l'Apostolato del Mare ha salutato con favore la recente approvazione, due settimane fa, da parte dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) della Convenzione sulla pesca volta a dare opportunità di lavoro decente e produttivo, in condizioni di libertà, di equità e di sicurezza, cioè in sintesi di rispetto della dignità umana. Durante il Congresso a Gdynia è stato auspicato che la Convenzione venga  ratificata da  quanti più Paesi possibile (per l'entrata in vigore, comunque, ne bastano dieci, di cui otto costieri)  e che fin d'ora si favorisca l'implementazione delle regole che essa stabilisce. In questo senso, il Pontificio Consiglio ha già sollecitato le diverse strutture locali ad attivarsi per sensibilizzare  i vari Governi.
E di regole rispettose dei diritti dell'uomo in questo settore c'è certamente bisogno. Le condizioni a bordo dei pescherecci spesso rasentano livelli disumani. Nonostante che questa professione sia considerata tra le più pericolose al mondo, la mancanza di un appropriato equipaggiamento di salvataggio e di un’adeguata formazione è problema di urgente preoccupazione. Al tempo stesso, continua purtroppo il reclutamento illegale dei membri degli equipaggi delle navi da pesca, dove sono ancora diffusi  sfruttamento e maltrattamenti, per non parlare dei continui soprusi inflitti ad intere comunità di pescatori costretti alle migrazioni irregolari.
Ieri pomeriggio, il Congresso aveva tenuto solo un sessione di gruppi di lavoro, per consentire ai partecipanti una visita nella vicina citta’ di Gdansk (Danzica), nella quale erano stati accompagnati dall'Arcivescovo  di Gdansk e Gdynia, Mons. Tadeusz Goclowski. La strada che da Gdynia giunge a Danzica, costeggia quei cantieri navali di questa città che  tanta parte hanno avuto nella storia europea.  Davanti oggi vi sorge il monumento alle vittime della repressione degli scioperi operai. Sono tre altissime croci d’acciaio sulle quali sono poste tre ancore, lo stesso simbolo che campeggia nello stemma dell’Am. All’arrivo, i congressisti hanno trovato ad accoglierli, oltre al sindaco Pawel Adamowicz, il Premio Nobel per la pace ed ex Presidente polacco Lech Walesa,  che di quella stagione fu protagonista. Il dono che gli hanno offerto il Cardinale Renato Raffaele Martino e l’Arcivescovo Agostino Marchetto, Presidente e Segretario del Pontificio Consiglio,  è stato proprio lo stemma dell’Apostolato del Mare, con l’ancora simbolo della speranza cristiana.

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