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Successo diplomatico sulla Siria

Successo diplomatico sulla Siria - Pierluigi Natalia

  

La strada

  

maestra

  

  

14 settembre 2013


 

I risultati annunciati oggi a Ginevra dopo tre giorni di colloqui sulla Siria tra il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, domostrano, se mai ce ne fosse stato bisogno, la giustezza della posizione di quanti, a partire da Papa Francesco, hanno chiesto con insistenza che si scongiurasse un ulteriore allargamento del conflitto siriano, con esiti impossibili da valutare preventivamente, ma comunque potenzialmente terrificanti, e si percorresse la strada maestra della diplomazia.

Su tale strada a Ginevra sono stati fatti passi importanti per mettere fine a un conflitto che ha già provocato un numero spaventoso di morti e che — sebbene ancora non si abbiano certezze su chi abbia fatto uso di armi chimiche — è comunque segnato da orrori accertati. Kerry e Lavrov hanno concordato un programma in sei punti che dovrà essere sostenuto in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu. In base a tale piano, il Governo di Damasco dovrà consegnare entro una settimana una lista completa sul numero e tipo di armi chimiche delle quali è in possesso. Kerry ha specificato che gli ispettori dell’Onu dovranno essere sul territorio siriano non più tardi di novembre e che la distruzione delle armi chimiche siriane deve essere completata entro la metà del 2014.

Non è invece ancora chiaro se la risoluzione dell’Onu dovrà o meno contenere un riferimento all’uso della forza in caso di inadempienza di Damasco. Fonti diplomatiche avevano riferito ieri che si stava delineando un cambiamento di posizione in questo senso degli Stati Uniti, ma oggi non ce ne sono state conferme, così come lo stesso Kerry ha subito corretto un’affermazione che aveva fatto invece pensare a un un’accettazione di tale menzione da parte di Mosca. Il progetto di risoluzione sarà varato una volta che il Consiglio di sicurezza avrà preso visione del rapporto degli ispettori dell’Onu sulle armi chimiche in Siria, già consegnato.

Un’ulteriore conferma degli orrori del conflitto siriano era venuta ieri da una commissione d’inchiesta del Consiglio dell’Onu per i Diritti umani. Secondo il rapporto, «le forze governative e le milizie affiliate interferiscono e strumentalizzano le cure mediche per favorire scopi strategici e militari. Le prove raccolte dalla commissione portano a una conclusione sconvolgente: le forze governative hanno per politica di negare le cure mediche a coloro che si trovano nelle zone controllate dall’opposizione». Anche gruppi armati antigovernativi hanno attaccato ospedali.