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Importante iniziativa a Bogotá

Importante iniziativa  a  Bogotá - Pierluigi Natalia


Donne di pace

  

in Colombia

  

  

24 ottobre 2013


 

Centinaia di donne colombiane sono scese in piazza ieri a Bogotá per rivendicare l’importanza della partecipazione della società civile — e in particolare proprio delle organizzazioni sociali femminili — alla definizione degli accordi tra il Governo e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), impegnati da un anno in negoziati di pace a Cuba. Le manifestanti, tutte esponenti di movimenti che hanno costituito in questa occasione un Vertice nazionale donne e pace, denunciano di non sentirsi rappresentate nel processo in atto e chiedono il riconoscimento del loro potenziale come attori di pace dopo la conclusione del conflitto. Il rappresentante dell’Onu in Colombia, Fabrizio Hochschild, è intervenuto alla manifestazione, lamentando a sua volta l’assenza di donne nelle sedi di decisioni. «Per garantire una pace sostenibile è necessaria la partecipazione delle donne alla ricostruzione postbellica. Questa è la lezione di molti processi di pace e anche l’obiettivo di questo Vertice», ha detto Hochschild.

 

Un sentire femminile, un sentire cioè di persone che, almeno in generale, non fanno la guerra e la subiscono, che vivono in condizioni spesso disperanti e nutrono un'ostinata speranza nel futuro dei loro figli, che tante volte sanno gestire i problemi economici molto meglio dei sedicenti esperti, potrebbe davvero dare un contributo determinante alla causa della pace e, per inciso, un supplemento di buon senso ai negoziati per arrivarci.

 

Una prova indiretta è venuta ieri da Cuba dove si è aperta una nuova tornata di colloqui, accompagnata da polemiche tra le Farc e il Governo, polemiche che le partecipanti alla manifestazione a Bogotá hanno chiaramente definito pretestuose e strumentali. In questo caso, a innescarle è stato il principale comandante delle Farc, Timoleón Jiménez, meglio conosciuto come Timochenko, secondo il quale la vera difficoltà per il processo di pace sarebbero gli interessi elettorali del presidente Juan Manuel Santos». Il riferimento è all’imminente scadenza di fine novembre per la presentazione delle candidature alle presidenziali del 2014. Santos non ha ancora sciolto la riserva sul fatto di ripresentarsi o meno. Il presidente aveva stimato inizialmente che nel giro di un anno si sarebbe potuti arrivare a un accordo di pace. Tuttavia, dopo le intese parziali sul primo punto in discussione, quello sulla proprietà delle terre, il negoziato si è fatto più difficile sulla questione del disarmo delle Farc e dei modi della loro futura partecipazione alla vita politica. Capitoli sui quali un accordo non sembra essere ancora vicino.

 

In ogni caso, il capo negoziatore governativo all’Avana, l’ex vice presidente Humberto della Calle, in quella che tutti gli osservatori ritengono una risposta alle Farc, ha precisato che riguardo ai negoziati «l’ordine del capo dello Stato è procedere verso i risultati».

 

Un buon risultato sarebbe incominciare ad ascoltare la società civile e, in essa, soprattutto le donne.