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la Giornata mondiale dei popoli indigeni

la Giornata mondiale dei popoli indigeni - Pierluigi Natalia


Valore 

  

e potenzialità

  

delle differenze

  

culturali

9 agosto 2013

I popoli indigeni rappresentano una diversità notevole. Sono più di cinquemila distinti gruppi in novanta Paesi. Costituiscono con circa 370 milioni di persone oltre il 5 per cento della popolazione mondiale. E purtroppo nel mondo cosiddetto globalizzato (con un concetto di mondialità stabilito soprattutto dai poteri finanziari) contano poco – in qualche caso nulla – nonostante gli sforzi in molti Paesi, soprattutto ma non solo in America latina, di applicare le convenzioni internazionali che ne garantiscono i diritti. A suo tempo, alla questione l'Onu dedicò persino un decennio di riflessione (1995-2004), oltre a stabilire una Giornata mondiale annuale da celebrare il 9 agosto. Ma i risultati ottenuti sono finora inferiori alle attese contenute delle dichiarazioni, in particolare per quanto riguarda il diritto ancestrale alla terra, argomento cruciale perché contrasta con le sovranità statali e soprattutto con gli interessi di un'economia tuttora basata sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, a partire da quelle fossili non rinnovabili, per non parlare dell'acqua o delle foreste.

Ne prende atto, implicitamente, il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, nel suo messaggio per la Giornata di quest'anno, un messaggio fatto più di inviti per il futuro che di un compiacimento, del resto improponibile, per la situazione presente. In particolare, il messaggio sottolinea il valore e le potenzialità delle differenze culturali e l’importanza di «rafforzare partenariati che aiuteranno preservare il vigore culturale, facilitando la riduzione della povertà, l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile».

Secondo Ban Ki-moon, va garantita la partecipazione dei popoli indigeni, uomini e donne, nei processi decisionali a tutti i livelli». Questo include l’accelerazione delle azioni per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio fissati per il 2015 e la definizione dell’agenda dello sviluppo successivo. «I popoli indigeni — scrive Ban Ki-moon —hanno chiarito di volere uno sviluppo che tenga in considerazione la cultura e l’identità e il diritto di definire le proprie priorità». Il messaggio ricorda che la Conferenza mondiale sulle popolazioni indigene, in programma nel 2014, offre l’opportunità di promuovere la loro causa e ha esortato gli Stati ad adottare misure concrete per rafforzare i loro diritti e sostenere le loro aspirazioni. «Cerchiamo — conclude il messaggio — di creare un mondo che valorizzi la ricchezza della diversità umana e alimenti le potenzialità che offre».