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Obama annuncia un immenso parco marino protetto nel Pacifico

Obama annuncia un immenso parco marino protetto nel Pacifico - Pierluigi Natalia

  

L'oceano

  

e il presidente

  

18 giugno 2014

 Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sembra deciso a realizzare in questo suo secondo mandato quei progetti di tutela dell'ecosistema mondiale che contribuirono a fargli conferire nel 2088, appena eletto per la prima volta, quello che in molti definirono un premio Nobel per la Pace dato sulla fiducia. Se ne è avuta un'ulteriore prova, questa settimana, con il suo annuncio della prossima creazione nel Pacifico del più grande parco marino protetto del mondo, con una superficie di oltre due milioni di chilometri quadrati. «Possiamo proteggere gli oceani per le generazioni future», ha detto Obama in un video messaggio inviato alla Conferenza sugli oceani, presieduta a Washington dal suo segretario di Stato, John Kerry, e alla quale hanno partecipato un'ottantina di Nazioni.

 

Nel messaggio, Obama si è impegnato a usare la sua «autorità di presidente» per proteggere «alcuni dei nostri più preziosi panorami marini». A questo scopo è prevista tra l'altro la messa al bando di attività nocive per l'ecosistema marino, a partire dalla pesca industriale per arrivare alle prospezioni petrolifere sottomarine.

 

Il progetto interessa una vasta area del globo compresa tra le Hawaii e le isole Marshall statunitensi. In sostanza si tratta di ampliare di dieci volte l'area del Monumento nazionale marino delle isole remote del Pacifico, a suo tempo costituito dal predecessore di Obama, George W. Bush. Proprio quest'ultimo, che pure era fortemente sostenuto dall'industria petrolifera nella quale ha un ruolo importante la sua famiglia, detiene finora il record di costituzione di parchi marini, dato che durante il suo secondo mandato ne ha designati quattro, compreso quello che ora Obama si prepara a portare dagli attuali 225.300 chilometri quadrati appunto a oltre due milioni. A conferma, che spesso i presidenti statunitensi nel secondo mandato prendono iniziative che nel primo magari non osano per timori di non essere rieletti.

 

Quest'ultima iniziativa di Obama dovrebbe realizzarsi nei prossimi mesi, dopo un periodo di consultazione dell'opinione pubblica. Lo strumento per farlo sarà il decreto presidenziale. Proprio questo ha suscitato immediate proteste dell’opposizione repubblicana, maggioritaria al Congresso, che già contesta al presidente di aver abusato delle prerogative del potere esecutivo governando appunto a colpi di decreti. Obama, infatti, usa sempre più questo strumento. «The Washington Post» ha ricordato che lo ha fatto per undici volte per ordinare la tutela delle aree naturali nelle regioni continentali statunitense e lo ha fatto di nuovo, all'inizio di questo mese, quando ha stabilito la riduzione delle emissioni di carbonio dalle centrali elettriche entro il 2030. Molti scienziati gli hanno chiesto di fare lo stesso con gli oceani e il presidente sembra dunque averli ascoltati. Di qui il riferimento a quello che il repubblicano Doc Hastings, alla guida del comitato sulle risorse naturali della Camera dei rappresentanti, citato sempre da «The Washington Post», ha definito «un altro esempio della sua presidenza imperiale». Alle proteste dell'opposizione politica si è subito allineata l'industria statunitense della pesca al tonno che opera nella zona.

 

Sempre alla Conferenza sugli oceani tenuta a Washington, il presidente di Palau, Tommy Remengesau, ha annunciato la creazione di un’area protetta di 600.000a chilometri quadrati nelle acque che circondano il piccolo Stato nell'omonimo arcipelago della Micronesia.

 

Come spesso accade in iniziative internazionali, tra i testimonial della Conferenza sugli oceani c'è un attore famoso, Leonardo Di Caprio. In questo caso, però, si tratta di qualcosa in più: Di Caprio, che da ragazzo voleva fare il biologo marino, ha infatti annunciato un finanziamento di sette milioni di dollari messi a disposizione dalla fondazione ambientalista da lui realizzata e che serviranno a sostenere progetti significativi nell’arco dei prossimi due anni. «Servono iniziative concrete per salvare dal saccheggio degli oceani e le loro risorse vitali. Serve attivismo e leadership coraggiosa: non possiamo permetterci di restare a guardare questo scenario pre-apocalittico», ha detto l'attore.